Molto bella l’idea di doversi allenare quando necessario a vedere la luce, seppur flebile o non distinguibile. Una volta facendo caving ho visto la reale oscurità per assenza totale di luce (che è quasi impossibile da trovare). Anche lì, spegnendo la torcia sulla fronte, il cervello riproduceva l’immagine delle mani se le si facevano ondeggiare davanti agli occhi ciechi. Il nostro cervello cerca istintivamente la luce anche quando non esiste. Dovremmo allenarci, come in questa piccola persostemte poesia, a farlo anche con il pensiero.
Grazie Chiara per il tuo commento. Mi ha fatto subito pensare ad un’intervista che ho ascoltato di recente con un dirigente dell’International Dark Sky Association e anche ad un’esperienza recente simile alla tua, in una grotta vulcanica in Islanda. La luce interiore illumina in modi particolari.
Molto bella l’idea di doversi allenare quando necessario a vedere la luce, seppur flebile o non distinguibile. Una volta facendo caving ho visto la reale oscurità per assenza totale di luce (che è quasi impossibile da trovare). Anche lì, spegnendo la torcia sulla fronte, il cervello riproduceva l’immagine delle mani se le si facevano ondeggiare davanti agli occhi ciechi. Il nostro cervello cerca istintivamente la luce anche quando non esiste. Dovremmo allenarci, come in questa piccola persostemte poesia, a farlo anche con il pensiero.
Grazie Chiara per il tuo commento. Mi ha fatto subito pensare ad un’intervista che ho ascoltato di recente con un dirigente dell’International Dark Sky Association e anche ad un’esperienza recente simile alla tua, in una grotta vulcanica in Islanda. La luce interiore illumina in modi particolari.